Partenza con comodo. Molto comodo.
Ma la mattina ha l’oro in bocca per cui meglio mantenere il passo. Sono un paio di giorni che, in rilascio o a bassi giri, sento una forte vibrazioni sulla pedalina sinistra. Sarà la catena, il pignone, qualcosa che struscia? Sta di fatto che se mi concentro su quella vibrazione e mantengo la velocità durante la quale quella vibrazione si verifica, posso sentirla meglio. Poi però se mentre la sento piego a destra o a sinistra, la vibrazine sparisce e quando la moto torna dritta, la vibrazione ritorna.
Sono talmente angosciato dall’idea che questa nuova catena e pignone mi durino meno dell’altra che quando arrivo alla capitale, mi fermo ad una stazione di servizio e smonto il copri pignone, controllo la catena, la pulisco con diesel, la asciugo, la lubrifico, faccio un giro di prova e niente, rumore sparito.
Ma poi rimonto in sella a rimontaggio ultimato ed il rumore è sempre lì.
Per cui niente da fare, imbocco la strada per il Tikal che ancora dista varie centinaia di km e mi faccio avanti. La strada non è niente di che, ma ad un certo punto iniziano i tornanti e la strada risale, mentre scende un pochino la temperatura e mi sento più vivo. L’asfalto è buono e posso osare un po’ di più, piegando bene e facendo entrare tutta l’aria fresca dentro alla tuta che puzza di morto. In piega la moto fa un movimento strano e, anche se non sono Rossi con la sua Yamaha, sento che qualcosa non va. Mi fermo, controllo la ruota, la vedo ok e continuo ma questa volta il vibrare in piega è ancora più forte. Mi fermo una seconda volta, proprio davanti ad un gommaio (io questo sculo di bucare, ma il grande culo di bucare sempre davanti ad un gommaio, SEMPRE!).
La ruota è a terra e mi girano i coglioni perchè è la seconda volta in una settimana.
La cosa che però mi fa insospettire è quella crepa del copertone che ho visto in El Salvador e che lascia trasparire la maglia metallica del pneumatico. Da fuori non si vede niente per cui esito un attimo, chiamo il gommista, gli chiedo se ha uno spazio all’ombra dove posso smontare la ruota, ma questo coglione vuole che lo faccia lì, sul ghiaino.
Un po’ sfavato con sto cretino metto la moto sul cavalletto centrale senza pensare al dislivello e per togliere la ruota mi ci vuole una forza cane. Gli passo la ruota, vedo che questo lavora tutto di fretta e ci mette un sacco a togliere il copertone dal cerchio per cui lo aiuto io. Troviamo la foratura in prossimità del taglio sul copertone e gli dico di ripararmi la camera d’aria ed il copertone, mettendo una toppa da copertone al suo interno per cui, per togliere il pneumatico intero da cerchione inizia a fare leva un po’ da per tutto e mi riga il cerchione in almeno 10 punti.
Poi mi dice che le toppe che mi mette sono carissime e mi inizia a parlare tutto in inglese. Me ne vado prima di correre il rischio di ucciderlo con i suoi stessi arnesi davanti alla sue stessa famiglia e vado a fare una video. Mi rende la ruota minuti dopo, montata e con tutti i segni sul cerchione. Non mi arrabbio solo perchè credo in questa filosofia:
Una moto deve accompagnarti lungo il viaggio di una vita e poi saperlo raccontare
E di segno che raccontano una storia, le mie due moto ne hanno un sacco e sarà un piacere raccontare i motivi di quei segni, fatta inclusione anche di questi sfregi sul cerchione della TA, che mi serviranno come pretesto per insultare nuovamente sto poco di buono che mi chiede 10 dollari per questo “lavoro” fatto alla cazzo di cane, accidenti a lui!
Pago e per montare la ruota gente, vaffanculo, mi devo inventare un sistema perchè il treno posteriore non è in asse con la ruota. L’unica soluzione che funziona è legare il treno posteriore alle staffe e tirarla su fino a che si allinei con la ruota, metterci l’interasse e ciao!
Non ci avevo mai messo un’ora per rimontare la ruota posteriore. Ancora più sfavato accelero a sedicimila e mangio tutti i prossimi km velocissimo arrivando nella città di Coban, faccio un giro nel piccolo centro disordinato e scappo via, ancora con un po’ di luce. Nella bella stradina asfaltata che adesso sale e scende in un paesaggio bello e surreale simile a Pandora (Avatar) trovo dei balneari che per delle sciocchezze mi metterebbero a disposizione un fiume con acqua verdissima, bagno e delle panchine, ma nel primo tentativo il padrone non ha le chiavi e non può garantirmi se la guardia notturna sarà di ritorno abbastanza presto.
Per cui mi dice di continuare fino a Jardines del Rio dove ne troverò un altro altrettanto bello.
I bei posti che vedo adesso a quest’ora della sera mi conquistano e mi sono già scordato la foratura ed i graffi sul cerchione. Arrivo in una paesello tutto buio con solo 3 negozi aperti, vedo che uno è un parrucchiere e ci parcheggio davanti. Non c’è nessuno per cui piombo con la moto e con la mia mole davanti al proprietario che mi vede sedere con convinzione ed un sorriso barbuto, mi saluta e mi chiede che taglio voglio.
Sul muro tutto attorno ci sono decine di foto di teste acconciate con tagli diversi, ne trovo una simile al mio taglio e gli dico: Quello!
Però le chiedo il favore di tagliarmi anche sta barba, che assomiglio a mio nonno!
15 quetzal = 2 dollari e sono ritornato giovane. I ragazzi mi dicono che sono a 2 km dai Jardines del Rio ai quali arrivo pochi minuti dopo. Entro, concordo il prezzo di 20 Quetzal e discendo fino al fiume dove mi faccio il bagno completamente nudo solo illuminato dalla mia torcia quasi scarica appesa ad un ramo di una albero vicino, mi preparo la pasta con il fornellino ed ho tutto lo spazio per me!
Olè!
Gionata e così!ad ogni momento del percorso,è una aventura, nello buono e nello cattivo, certamente degli stronzi ci sono ovunque, pero tante volte bisogna prenderla con filosofia, anch’io mi sarei scaldato a morte per quelle righe sul cerchione, però è parte della aventura e del viaggio stesso.Lo importante e che dopo ti sei rilassato dal parruchiere e poi quel bagno notturno in completa pace, vai c’è lai ancora tanta strada per davvanti, bisogna arrivarci al traguardo tutto d’un pezzo e senza casini!Un abbraccio, Juan carlos
Ma si dai, prendiamola con filosofia! Un abbraccio Juan siempre aprecio tus comentarios!